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18 ottobre 2018

Italian Food S.p.A. incontra i coltivatori in una serata speciale con l’obiettivo di valorizzare la filiera del pomodoro toscano da industria.

18 ottobre 2018 Venturina Terme (LI) – Nella suggestiva cornice del Calidario Terme Etrusche a Venturina Terme (LI), la Italian Food S.p.A. ha dato vita all’evento “Petti incontra i coltivatori – Rilanciamo e valorizziamo la filiera del pomodoro toscano da industria”, un nome chiaro ed esaustivo sugli obiettivi della serata, che chiude una campagna di lavorazione del pomodoro fresco da industria molto critica, soprattutto in Toscana. L’evento è stato molto sentito e partecipato: oltre ai circa 60 rappresentanti di aziende agricole, cooperative e associazioni della Val di Cornia e della Maremma, hanno aderito anche l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi con i dirigenti Gennaro Giliberti e Antonino Mario Melara e altri rappresentanti regionali tra cui il consigliere regionale Gianni Anselmi, la sindaca di Campiglia Marittima Rossana Soffritti, la dirigenza provinciale della Coldiretti e della CIA e i rappresentati dei consorzi di bonifica.

Come noto, durante la stagione di trasformazione dell’estate 2018, l’azienda toscana del Gruppo Petti con stabilimento produttivo a Venturina Terme (LI) ha reagito con forza e determinazione alla crisi che ha colpito il comparto del pomodoro da industria in Toscana e che ha causato un calo della materia prima conferita di oltre il 30%. L’azienda ha deciso di sostenere gli agricoltori toscani arrivando a pagare fino a 100 euro/ton per l’acquisto del pomodoro. Nel contempo, ha lanciato un grido d’allarme verso le istituzioni toscane affinché agissero concretamente per supportare la realizzazione delle infrastrutture necessarie a garantire l’approvvigionamento di acqua ai campi, senza le quali molti agricoltori hanno rinunciato a coltivare il pomodoro da industria negli ultimi anni. L’AD della Italian Food S.p.A., Pasquale Petti, è arrivato a prefigurare un possibile spostamento della produzione dalla Toscana in mancanza di azioni efficaci a sostegno degli agricoltori locali.

L’azienda toscana produce le conserve di alta qualità a marchio Petti, realizzate con 100% pomodoro toscano. A soli 5 anni dal lancio il brand è diventato il terzo del mercato italiano e sta crescendo in maniera esponenziale anche all’estero, portando l’eccellenza del pomodoro toscano nelle cucine di tutto il mondo. Cresce Petti e cresce la domanda di pomodoro toscano da industria, un binomio che deve necessariamente rafforzarsi e consolidarsi per garantire continuità all’indotto sul territorio. Per questo motivo la Italian Food S.p.A. ha deciso di coinvolgere tutti i produttori locali in questa occasione, sia quelli che già conferiscono il pomodoro allo stabilimento di Venturina, sia coloro che ancora non lo conferiscono o che hanno rinunciato a coltivarlo a causa dell’emergenza idrica, per presentare un importante progetto di valorizzazione della filiera del pomodoro toscano da industria, che dovrà includere più attori possibili per una solida prospettiva di crescita a lungo termine.

“La campagna di trasformazione appena trascorsa deve segnare per tutto il nostro territorio un punto di svolta e di ripartenza.” Ha dichiarato nel suo discorso di apertura Pasquale Petti, quarta generazione dell’omonima famiglia e alla guida dell’azienda, proseguendo: “La Regione si sta impegnando per risolvere in maniera definitiva l’emergenza idrica, a beneficio del pomodoro ma anche di tutte le altre colture. Vogliamo sostenere e valorizzare la filiera del pomodoro toscano da industria per far diventare il nostro territorio un’eccellenza a livello internazionale, con un progetto serio e a lungo termine, ma abbiamo bisogno dell’impegno della parte agricola. Proponiamo agli agricoltori situati nel raggio di 100 km dal nostro stabilimento di stipulare un contratto d’acquisto pluriennale con prezzo e quantità garantiti. La vicinanza dei campi al nostro stabilimento ci consentirà di risparmiare sul prezzo del trasporto e di poter riconoscere un prezzo maggiore di acquisto all’agricoltore. Un impegno chiaro e trasparente che consentirà di disporre di risorse e incentivi per crescere e innovare. Ai produttori chiediamo una programmazione dei quantitativi necessari allo stabilimento, l’impegno a conferire la quantità pattuita, il rispetto della programmazione e l’attenzione agli standard qualitativi. Desideriamo rafforzare il legame di collaborazione con le associazioni e le O.P. che in questi anni hanno collaborato con noi e, nel contempo, riteniamo necessario ampliare la nostra rete di produttori e il nostro contratto di filiera a più soggetti possibili, per sostenere al meglio il nostro progetto di crescita. Internamente, stiamo rafforzando il nostro ufficio agricolo dedicato a seguire i produttori e ad implementare le attività di programmazione per ottimizzare tutte le risorse disponibili, a beneficio di tutti. Inoltre, siamo disponibili ad accogliere e valutare qualsiasi nuova forma organizzativa/associativa che i produttori agricoli locali ritengano adeguata alle proprie aziende e alle esigenze di sostegno e sviluppo della loro attività.” Prosegue e conclude Pasquale Petti: “Per valorizzare ulteriormente l’impegno della parte agricola e rafforzare il nostro rapporto di beneficio reciproco, a partire dalla prossima campagna, premieremo i produttori che al meglio riusciranno a rispettare gli impegni presi in termini di qualità, quantità e programmazione. Metteremo in palio viaggi nelle capitali europee, weekend benessere e cene gourmet per chi riuscirà a conferire la migliore materia prima per realizzare il nostro capolavoro 100% toscano. Questo è quanto proponiamo per far sì che la nostra azienda possa continuare a produrre in Toscana, ma se le cose non cambieranno saremo costretti, nostro malgrado, a considerare di spostarci.” Il dibattito ha coinvolto anche molti agricoltori che sono intervenuti rivendicando la necessità di un prezzo di cessione del pomodoro da industria equo e sostenibile oltre al supporto delle istituzioni per salvare questa coltura. Dopo la parte agricola, sono intervenute le istituzioni, a partire dalla sindaca Rossana Soffritti che ha dichiarato: “Questa iniziativa importante è un esercizio a cui dobbiamo sempre maggiormente applicarci: fare sinergia per valorizzare il pomodoro toscano e l’agricoltura di qualità che si fa nella nostra zona. È su questo che si è basato il lavoro che in questi anni il comune ha portato avanti coinvolgendo la Regione, gestendo la programmazione annuale con le diverse criticità, trovato finanziamenti. Le ragioni degli agricoltori e quelle dell’industria devono essere portate ad un tavolo comune con la cooperazione del territorio e le associazioni di categoria. L’unico modo per mantenere ed assicurare questa produzione è che le parti imprenditoriali trovino soddisfazione e su questa costruire un percorso di crescita e affezione su una ricchezza che dobbiamo difendere ed esaltare”. Il dibattito si è chiuso con l’intervento dell’Assessore all’agricoltura Marco Remaschi che ha confermato il pieno sostegno al comparto che sta attraversando una forte crisi e ha ribadito l’impegno fattivo nella risoluzione dell’emergenza idrica. In tal senso, ha dichiarato che grazie a una delibera della Giunta Regionale dello scorso 15 ottobre, uno dei primi progetti verrà consegnato già a febbraio 2019 per migliorare sensibilmente le condizioni idriche per la campagna del prossimo anno. L’Assessore ha auspicato una maggiore aggregazione tra i componenti della filiera per poter fare serie programmazioni, innovare e accedere alle risorse stanziate dai PIF e PSR regionali.

Questo evento comprova l’impegno a tutto campo di Pasquale Petti con il territorio toscano che ospita lo stabilimento di famiglia della Italian Food S.p.A. a Venturina Terme fin dagli ’70. Sin dal suo insediamento in Toscana, la famiglia Petti ha scelto di investire in maniera sempre crescente su questo territorio, convinta che sarebbe stata la chiave strategica per garantire un futuro all’azienda e al suo sviluppo nel tempo. Così è stato e così sarà negli anni a venire, se si riuscirà a mettere in piedi un vero sistema integrato di collaborazione tra agricoltura e industria per la crescita di entrambi i settori, atto a evitare gravi crisi di approvvigionamento di materia prima come si è verificato nella campagna di lavorazione appena passata.

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